Le altre fabbriche Italiane di macchine per scrivere

SIM di Torino

SIM di Torino

Socie­tà Indu­stria­le Meccanica 

Ecco la fab­bri­ca SIM, in cor­so Regio Par­co 23, costrut­tri­ce di mac­chi­ne da scrivere

La socie­tà, oltre a quel­lo di Tori­no, pos­se­de­va un altro sta­bi­li­men­to a Maglia­no Alpi (CN); que­st’ul­ti­mo sta­bi­li­men­to era anco­ra atti­vo negli anni 70, pro­du­ce­va mac­chi­ne por­ta­ti­li col mar­chio “Mon­ta­na”; ora sarà pro­ba­bil­men­te scom­par­so, scon­fit­to dai computer.
ANTARES, con sede a Mila­no in via Ser­bel­lo­ni, 14 e sta­bi­li­men­to a Calò di Besa­na in Brian­za, Mila­no, agguer­ri­ta con­cor­ren­te del­la Oli­vet­ti per la pro­du­zio­ne esclu­si­va di por­ta­ti­li. I due model­li in net­to anta­go­ni­smo furo­no: la “Anta­res 20 Effi­cienc e la Valentie.
Col­la­te­ral­men­te si svi­lup­pa­ro­no altre case ita­lia­ne, come la Invic­ta e la SIM di Tori­no, che entra­ro­no nel mer­ca­to nel 1920 e vi rima­se­ro con mode­sto suc­ces­so sino alla secon­da Guer­ra Mon­dia­le, la Lago­mar­si­no, la Sin­ger, la Lit­to­ria ed altre di poco rilievo.

SERIO

La fab­bri­ca che inve­ce ebbe mol­to segui­to, per la qua­li­tà supe­rio­re del­le sue
mac­chi­ne, fu la “Serio” di Cre­ma, con il mar­chio Everest.

1932 nasce la Serio

1932 nasce la Serio

Ani­ma di que­sta ini­zia­ti­va indu­stria­le fu l’ing. Eli­seo Restel­li, cre­mo­ne­se di nasci­ta e mila­ne­se di ado­zio­ne, che fu chia­ma­to a diri­ge­re la Serio, aven­do già avu­to alcu­ni anni di espe­rien­za nel set­to­re del­la pro­get­ta­zio­ne, rea­liz­za­zio­ne e com­mer­cia­liz­za­zio­ne di mac­chi­ne da scri­ve­re. Per il suo impe­gno nel set­to­re e per i favo­ri incon­tra­ti dal­le sue mac­chi­ne, il bra­vo diri­gen­te del­la Serio otten­ne la Lau­rea hono­ris cau­sa con­fe­ri­ta­gli nel 1954 dal­la Sequo­ia Uni­ver­si­ty di Los Angeles.

Ma, ahi­mè, la for­te con­cor­ren­za del­la pri­ma­ria azien­da nazio­na­le e mon­dia­le Oli­vet­ti, con­vin­se i soci del­la Serio a cede­re gra­dual­men­te la pro­pria pro­du­zio­ne; così nel 1969 si ope­rò la fusio­ne del­le due socie­tà. La Diri­gen­za di Ivrea deci­se, quin­di, di affi­da­re allo sta­bi­li­men­to di Cre­ma un ruo­lo stra­te­gi­co per la pro­du­zio­ne di nuovi
modelli.

INVICTA 
mp1invicta_04_tilmanL’ing. Giu­sep­pe Gia­che­ro, nato nel­l’an­no 1862 a Luser­net­ta (TO) (Val Pel­li­ce), ini­ziò la pro­du­zio­ne di mac­chi­ne da scri­ve­re in Via Col­li 82 — Tori­no. L’e­spe­rien­za accu­mu­la­ta duran­te il perio­do che ave­va tra­scor­so in Ame­ri­ca, gli per­mi­se di adot­ta­re vali­de solu­zio­ni tec­no­lo­gi­che sui model­li pro­dot­ti dal­la INVICTA.- Infat­ti, nel novem­bre del 1921 pre­sen­tò un pro­to­ti­po di mac­chi­na da scri­ve­re di sua pro­get­ta­zio­ne deno­mi­na­to “invic­ta”, che ven­ne com­mer­cia­liz­za­to nel 1923.-

Suc­ces­si­va­men­te la dit­ta di via Col­li si tra­sfor­mò in Socie­tà Ano­ni­ma Invic­ta tra­sfe­ren­do la sede in Tori­no ‑Via Cougnè.
Rical­can­do la mec­ca­ni­ca del­la Under­vood di Wag­ner, l’ing. Gia­che­ro costruì una mac­chi­na stan­dard con una tastie­ra WZRTY con quat­tro file di tasti a bat­tu­ra ante­rio­re com­po­sta da 44 tasti per 88 segni e, con car­rel­lo intercambiabile.-

Nel 1925 com­par­ve il model­lo n. 3, segui­to dal : model­lo  N.4 (1927);  N. 5 (1929): n. 60 (1936).- Nel 1936 vie­ne crea­ta la “Elec­ta S.A.” con sede in Tori­no Via Col­li 80 e suc­cur­sa­li in Roma, Mila­no, Geno­va, Bolo­gna, Firen­ze, Vene­zia, Napo­li e Palermo.

Nel 1938, la Invic­ta diven­ta una socie­tà con­trol­la­ta dal­la Oli­vet­ti ed ini­zia la pro­du­zio­ne del­la Invic­ta por­ta­ti­le com­mer­cia­ta con il mar­chio Invic­ta e pro­dot­ta con la strut­tu­ra e mec­ca­ni­ca del­la MP1. La pro­du­zio­ne ces­sa nel 1950, con con­ten­po­ra­reo riti­ro del mar­chio Invic­ta, allor­quan­to la con­trol­la­ta Invic­ta vie­ne inte­ra­men­te incor­po­ra­ta dal­la Olivetti

Nel 1944, ini­zio, sem­pre a Tori­no, la costru­zio­ne del nuo­vo sta­bi­li­men­to Invic­ta, inau­gu­ra­to nel 1946. In que­sto sta­bi­li­men­to saran­no pro­dot­te la Oli­vet­ti Stu­dio 42 e, la Oli­vet­ti Stu­dio 44.

Nel 1947 la “Invic­ta” con cir­ca tre­cen­to dipen­den­ti, ces­sò la pro­du­sio­ne dei suoi model­li per costrui­re esclu­si­va­men­te la por­ta­ti­le Oli­vet­ti MP1, su licen­za e con­trol­lo del­la “Ing. C. Oli­vet­ti & C. Spa”.-