A Gianni Di Quattro: Caro Gianni, come desidero, eccomi a postare il racconto dell’emozionantissimo incontro con il Dr. Galassi, pieno di timori, speranze gioie ed anche di una inattesa piacevole meraviglia. A presto. Ciao.
INCONTRO RAVVICINATO col Dr. GALASSI — all’alba di un nuovo giorno.
Dopo circa due anni dalla loro istituzione, nel ’58 i CSS (1) rimasero soltanto ad operare nelle Concessioni capoluogo di Provincia, ovvero quelle destinate a trasformarsi in Filiali dirette. Uno per Concessione, data l’importanza di quel mercato. I CSS in esubero tornarono a formare le squadre di vendita. Venni destinato a Livorno dove era Concessionario l’anziano eporediese Gatti con i suoi figli. Secondo i piani del Dr. Ugo Galassi, fu decisa anche per questa città, con congrua liquidazione del Concessionario, i cui figli erano già ben sistemati, l’istituzione prossima di una Filiale diretta, con Direttore il triestino Dr Marco Scaramelli. Si diceva che io, lì fino a quel momento come CSS, sarei dovuto restare nella nuova Filiale, in quanto, conoscendo la zona, avrei potuto affiancare utilmente il nuovo Direttore nella fase d’avvio. Ne ero contento, perché la bella città giovane e marinara mi piaceva, del resto venivo dal mare di Ancona. Vi abitavo in una bella casa con mia moglie, felicemente sposati da due anni, cioè dall’assunzione diretta in Olivetti. Ogni tanto raggiungevo la vicina Firenze e soggiornavo al Cisv per dei Corsi di studio nella quiete gentilizia delle sue storiche Ville.
Subito dopo le ferie agostane il Dr Galassi convocava a Villa Natalia tutta l’organizzazione diretta, dai maggiori ai minimi livelli, gli 01 o zonisti, separati in giornate successive, per il suo discorso di esortazione e carica all’impegno del lavoro dopo la pausa feriale. Ricordo che diceva, alle varie centinaia di persone presenti, guardando ciascuno negli occhi, che chi era poco abbronzato aveva poco godute le ferie e quindi non poteva promettere l’impegno che egli sollecitava. Lui era ben colorito dal sole di Spotorno dove si sapeva che vi risiedeva nelle sue ferie estive in una villa sulla spiaggia, che pescava aragoste, con la sua barca, gettando nasse la sera, a diverse miglia dalla costa. Notizie queste che circolavano da sole. Ricevevamo tutti una grande energia dal carisma sprigionato dai suoi interventi: e ci si sentiva tutti pronti alla missione. Egli rimaneva a Villa Natalia in attesa ogni giorno dell’arrivo del nuovo livello di venditori, per esercitare la sua funzione rigeneratrice di energie e di rinnovati entusiasmi necessari alle moltitudini di venditori che guidava.
Però, appena pochi giorni dopo il rientro a Livorno dal CISV, al termine di una giornata del nuovo lavoro presso la filiale, nuova di zecca, inaugurata da appena una settimana, il Direttore mi comunica che l’indomani mattina presto avrei dovuto essere a Villa Natalia perché convocatovi personalmente dal Dr Galassi. Mi disse anche che avrei dovuto svolgere una breve missione in Sardegna! Apriti cielo! Chiesi al Dr Scaramelli quali errori avessi mai potuto commettere, in così pochi giorni al suo fianco, per aver egli sentito il bisogno di allontanarmi. Egli mi assicurò della sua piena estraneità e che si trattava invece di un incarico da svolgere per conto del Dr Galassi e quindi molto importante per il mio futuro. Pensai comunque che egli cercasse di addolcirmi la pillola. Naturalmente non chiusi occhio l’intera notte, senza parlare del motivo con mia moglie che avrei informata dopo il colloquio col Capo.
Salii in macchina a notte fonda e giunsi presto a Villa Natalia, alle prime luci dell’alba. Mentre attraversavo, valigia, in mano, un corridoio buio e silenzioso seguendo un cameriere verso la mia camera, al mio fianco si apre una porta e nella tenue luce dell’alba intravedo una figura a cui cedo il passo e sento una voce che conosco: “Buongiorno Carloni, sono io Galassi che l’ho voluta qui perché ho bisogno di lei. Lasci la valigia in camera, l’aspetto in giardino così parliamo respirando aria fresca.” Non dimenticherò mai queste parole, il suono ben noto della sua voce sentita tante volte nelle riunioni plenarie, ma soprattutto conservo, a sessant’anni di distanza da quel giorno, lo stupore per il mio riconoscimento da parte del Grande Capo, alla fioca luce dell’alba, nel buio d’un corridoio. Mi aveva davanti per la prima volta, solo, sconosciuto, spaurito, tremante, piccolo, ultimo uomo dei tantissimi eserciti di collaboratori che egli guidava. Mi precipitai in giardino all’incontro con animo già più leggero e ricordo la prima cosa che disse: “ La Sardegna non è una colonia penale” vedendomi ancora alquanto intimorito.
“Si troverà anzi benissimo con il Direttore della Filiale di Sassari Dr. Colagrande con cui collaborerà. Ho saputo che la Remington e la Everest si stanno organizzando nell’isola e dobbiamo aiutare quei Concessionari, (che in Sardegna sono gestiti dalle Filiali), a chiudere la porta alle concorrenti. La missione che le affido, e della quale mi riferirà al termine, sarà di sei mesi o poco più, finita la quale potrà tornare col Dr Pedrotti che la reclama. Conservi l’abitazione a Livorno perché vi ritornerà con la moglie dopo questo periodo.” Quest’ultima frase mi aiutò a superare le diffidenze, facendomi sentire la sua sensibilità verso di me e la mia famiglia, vi riconobbi gli stessi intenti di Adriano che aveva a cuore il rispetto dei sentimenti dei suoi dipendenti. Tornai a casa ed ero certo ora che mia moglie avrebbe gradito la trasferta sarda, avremmo scoperto insieme le bellezze dell’isola sconosciuta, dopo quell’incontro con il grande Uomo così ricco di umanità, alla guida dell’Azienda che ci faceva vivere e a cui eravamo riconoscenti.
La missione iniziata ad Olbia andò benissimo e notevoli furono gli incrementi delle vendite. Conclusa, ritornai a Livorno con la DVI del Dr. Pedrotti. Anche se il Direttore di Sassari aveva chiesto di potermi trattenere, il Dr Galassi lasciò a me la libertà della scelta, secondo la promessa. Ma frattanto avevamo scoperto nell’isola, oltre a bellezze incantevoli, persone belle e nuove, trasparenti, ospitali, serie e coerenti, sincere e ricche del senso della vera amicizia. Il sardo che diventa tuo amico vuole che tutti i suoi amici siano anche i tuoi. Quante mense conviviali, riccamente imbandite, gioiose, sono state allestite per noi continentali (così chiamavano i non isolani) per offrirci il sincero affetto dei tanti invitati. Il senso della comunità, la comunità di Adriano per vivere tutti condividendo.
Ogni giorno al risveglio sardo sentivo quel “Buongiorno Carloni” che mi annichiliva, ma mi riempiva dell’orgoglio di adempiere i compiti del Grande Capo. Ma non cessa ancora – a tanta distanza di tempo e all’eco di quel suono — il sussulto di gioiaoglio senza pari. Però mi sorprende tuttora come mi abbia potuto riconoscere, nella tenue prima luce del giorno. Ancora oggi so soltanto rispondermi che ai grandi Uomini appartiene anche un alone di mistero. Inoltre a me resta il vanto di essere atteso da un Uomo così in ore antelucane, primizia del giorno, a mente libera, cioè prima di tutti. Un privilegio non da poco per un piccolo uomo. Insieme all’augurio: il mattino ha l’oro in bocca, il primo mattino, una miniera.
Condividete ora la mia delusione per l’assenza di ricordi del Dr Galassi nei siti olivettiani? Dall’Archivio storico ad Ivrea non ho avuto di più. Sappiamo tutti che la memoria di un così grande artefice, che è definito padre dello sviluppo del settore commerciale, cui si deve l’importanza che esso ha avuto nella storia della Olivetti, serve a plasmare l’identità del domsni per le giovani generazioni. Abbiamo perciò, tutti, il dovere di postare nel Web ricordi, testimonianze, immagini di questo mitico personaggio – a cui noi olivettiani dobbiamo tanto -, a beneficio della speranza di futuro.
Note: (1) CSS – creato dal Dr Galassi — ovvero Capo Settore Sviluppo, funzionario Olivetti addetto al controllo e sviluppo di un gruppo di Concessioni (3 o 4 a seconda della grandezza).