Società anonima fonderie Olivetti

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Nel feb­bra­io 1922 Camil­lo Oli­vet­ti deci­de di costi­tui­re la Socie­tà ano­ni­ma Fon­de­ria Oli­vet­ti con capi­ta­le socia­le di 600.000 lire, che rapi­da­men­te si sosti­tui­sce alle fon­de­rie Chian­to­re, ritor­na­te in pie­no pos­ses­so dei fra­tel­li Chian­to­re; la loro atti­vi­tà pro­se­gui­rà fino alla metà degli anni ’50.

La deci­sio­ne di crea­re una fon­de­ria Oli­vet­ti, affi­da­ta alla dire­zio­ne di Gia­co­mo Sau­di­no, è lega­ta alla ripre­sa del­la pro­du­zio­ne di mac­chi­ne per scri­ve­re, per le qua­li l’ing. Camil­lo si pone obiet­ti­vi ambiziosi.
La Socie­tà ano­ni­ma, in cui lavo­re­ran­no anche alcu­ne per­so­ne del­la fami­glia Chian­to­re, vie­ne costi­tui­ta con fon­di pri­va­ti del­l’in­ge­gne­re e di alcu­ni suoi ami­ci; lo sta­bi­li­men­to vie­ne costrui­to  sem­pre ad Ivrea lun­go l’at­tua­le via Di Vit­to­rio, in pros­si­mi­tà degli altri sta­bi­li­men­ti pro­dut­ti­vi di Ivrea. La fon­de­ria reste­rà indi­pen­den­te dal resto del­la socie­tà Oli­vet­ti fino al 1933, quan­do sarà incor­po­ra­ta nel grup­po, dive­nen­do­ne un reparto.

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Così si pre­sen­ta oggi la vec­chia Fon­de­ria Oli­vet­ti al Cor­so Di Vittorio