Una fabbrica di valori

Pre­sen­ta­zio­ne

Con que­sto libret­to di testi­mo­nian­ze foto­gra­fi­che del­la sto­ria Oli­vet­ti, cer­chia­mo di man­te­ne­re memo­ria di quel­l’a­zien­da ecce­zio­na­le che ci ha fat­to vive­re un “sogno”.
La Oli­vet­ti, non era solo un’in­du­stria che pro­du­ce­va tec­no­lo­gie avan­za­te, ma una fab­bri­ca “spe­cia­le” dove al cen­tro del pro­get­to met­te­va l’uo­mo, dispo­ni­bi­li­tà e ser­vi­zio alla per­so­na; lavo­ra­re in Oli­vet­ti signi­fi­ca­va cre­sce­re pro­fes­sio­nal­men­te ma anche uma­na­men­te. Le vicen­de lega­te alla sua sto­ria sono soprat­tut­to nel­la capa­ci­tà di por­si come model­lo di cre­sci­ta del­la socie­tà al di la del­le sue fun­zio­ni di pro­dur­re mac­chi­ne; sen­si­bi­li­tà ai pro­ble­mi del lavo­ro ma anche del ter­ri­to­rio, sono aspet­ti sem­pre sta­ti pre­sen­ti nel­la sto­ria azien­da­le. Rifor­ma­re la socie­tà attra­ver­so i suoi lega­mi ter­ri­to­ria­li, era l’i­dea fon­da­men­ta­le di Adria­no Oli­vet­ti, “Crea­re una nuo­va socie­tà, un comu­ne inte­res­se mora­le e mate­ria­le, un’or­ga­niz­za­zio­ne basa­ta sul­la par­te­ci­pa­zio­ne per offri­re rispo­ste con­cre­te alla comu­ni­tà per anda­re oltre il con­cet­to di fabbrica”.
Lavo­ra­re e vive­re in un ambien­te socia­le posi­ti­vo era anche uno sti­mo­lo per raf­for­za­re la dispo­ni­bi­li­tà dei lavo­ra­to­ri a col­la­bo­ra­re allo svi­lup­po del­l’im­pre­sa, que­sta filo­so­fia Oli­vet­tia­na per lo svi­lup­po socia­le, ha por­ta­to l’a­zien­da fin dai pri­mi anni del­la sua atti­vi­tà, alla isti­tu­zio­ne dei ser­vi­zi socia­li, edu­ca­zio­ne, for­ma­zio­ne e soste­gno per figli dei dipen­den­ti, asi­li, asi­li nido, colo­nie esti­ve, ini­zia­ti­ve cul­tu­ra­li, men­se, assi­sten­za medi­ca e psicologica.
Poter bene­fi­cia­re dei ser­vi­zi per­met­te­va alle per­so­ne un inse­ri­men­to alla vita socia­le, e un accre­sci­men­to carat­te­ria­le per poter affron­ta­re meglio il futu­ro. La nostra gene­ra­zio­ne che vive a caval­lo di due seco­li di sto­ria, per chi ha avu­to la for­tu­na di lavo­ra­re, apprez­za­re e vive­re, in quel­l’a­zien­da “spe­cia­le”, ha il dove­re mora­le nel cer­ca­re di tra­sfe­ri­re le espe­rien­ze posi­ti­ve con i suoi valo­ri ai gio­va­ni per far capi­re che è anco­ra pos­si­bi­le ripro­por­re un model­lo di svi­lup­po indu­stria­le, eco­no­mi­co e socia­le soste­ni­bi­le, rispet­to­so del­l’es­se­re uma­no, del­l’am­bien­te per una civil­tà moder­na e più evoluta.

Mau­ra Antonazzo


Maura AntonazzoOlivetti Una fabbrica di valori