MILANO — Si chiamano Macom e Modinform e rappresentano lo strumento attraverso cui la Olivetti intende rilanciare e riqualificare la sua presenza nel Mezzogiorno creando quattrocento posti di lavoro. Le due sigle sintetizzano i nomi di altrettante società che il gruppo di Ivrea impianterà a Marcianise (in provincia di Caserta) spostando la vocazione del comprensorio dal comparto meccanico a quello elettronico.
A Marcianise la Olivetti è già presente con la Ocn (Olivetti controllo numerico), la cui attività ristagna in una situazione di crisi, e il futuro è legato a doppio filo all’ eventuale alleanza della multinazionale di Ivrea con la Stet. Macom e Modinform sono due frutti dell’ accordo raggiunto a dicembre con la Att. Fra le varie clausole era anche previsto l’ acquisto, da parte del socio americano, di personal computer Olivetti per un valore di duecentocinquanta milioni di dollari. La commessa verrà rinnovata nei prossimi anni e quindi il gruppo italiano si sta attrezzando per soddisfarla. Le due unità che verranno dislocate a Marcianise si occuperanno della fabbricazione di tastiere per i computer e di alimentatori. Attualmente le produzioni sono concentrate negli impianti di Scarmagno, una località nei pressi di Ivrea. Il trasferimento non comporterà riduzioni di personale. Anzi i responsabili della Olivetti tengono a sottolineare il fatto che, negli stabilimenti del nord, l’ occupazione ricomincia a salire tanto che a marzo il numero dei dipendenti in produzione crescerà di almeno novecento unità, di cui cinquecento richiamati dalla cassa integrazione e quattrocento raccolti sul mercato del lavoro. Le due iniziative nel Mezzogiorno sono state illustrate ieri da Giorgio Panattoni, direttore della pianificazione strategica del gruppo e da Ettore Morezzi, responsabile delle consociate italiane. “Le nuove attività — hanno spiegato — sono il logico sviluppo di un costante impegno dell’ azienda nel Mezzogiorno. Nel 1955 la Olivetti aprì a Pozzuoli uno stabilimento di meccanica di precisione. Nel 1970 creò il comprensorio industriale di Marcianise con produzioni di meccanica strumentale. Nel 1980 riconvertì l’ attività di Pozzuoli impiantandovi la fabbricazione di macchine per scrivere elettroniche e registratori di cassa fiscali. Con le ultime due iniziative viene avviata la riconversione anche del comprensorio di Marcianise”.
L’ investimento previsto si aggira fra i 30 e i 40 miliardi e ciascuna società produrrà ogni anno da trecento a quattrocento pezzi destinati, inizialmente a soddisfare la domanda interna dello stesso gruppo Olivetti. In un secondo momento è prevista la vendita sul mercato. “Nel settore delle tastiere — ha detto Panattoni — saremo costretti a misurarci con la concorrenza giapponese mentre, per gli alimentatori, lotteremo contro tutti gli altri produttori di computer, compresa l’ Ibm”. I quattrocento operai che saranno impiegati da Macom e Modinform non basteranno, tuttavia, a risolvere i problemi della Ocn di Marcianise. L’ azienda, attualmente, occupa novecentocinquanta persone, quattrocento delle quali in cassa integrazione. La manodopera è destinata a ridursi ancora in futuro.
Secondo Panattoni l’ azienda può raggiungere accettabili livelli di produttività solo con trecento o quattrocento persone. “In realtà — hanno spiegato ieri gli uomini della Olivetti — il problema può trovare soluzione solo in un riassetto complessivo del settore dell’ automazione industriale. In questa ottica, si inquadrano i nostri contatti con la Stet per cercare comuni momenti di intesa”. La firma dell’ alleanza Stet-Ibm non ha diminuito l’ interesse per la formazione di un cartello tutto italiano. I punti di contatto vengono ricercati, oltre che nell’ automazione industriale, anche nel campo delle reti di telecomunicazione ad alto valore aggiunto, della telematica e della componentistica elettronica. Ma quando verranno firmati gli accordi? “A fine anno — ha risposto Panattoni con una battuta -. Ma non chiedetemi di quale”.
di NINO SUNSERI