Correva l’anno 1984: Olivetti Marcianise

MILANO — Si chia­ma­no Macom e Modin­form e rap­pre­sen­ta­no lo stru­men­to attra­ver­so cui la Oli­vet­ti inten­de rilan­cia­re e riqua­li­fi­ca­re la sua pre­sen­za nel Mez­zo­gior­no crean­do quat­tro­cen­to posti di lavo­ro. Le due sigle sin­te­tiz­za­no i nomi di altret­tan­te socie­tà che il grup­po di Ivrea impian­te­rà a Mar­cia­ni­se (in pro­vin­cia di Caser­ta) spo­stan­do la voca­zio­ne del com­pren­so­rio dal com­par­to mec­ca­ni­co a quel­lo elettronico. 

A Mar­cia­ni­se la Oli­vet­ti è già pre­sen­te con la Ocn (Oli­vet­ti con­trol­lo nume­ri­co), la cui atti­vi­tà rista­gna in una situa­zio­ne di cri­si, e il futu­ro è lega­to a dop­pio filo all’ even­tua­le allean­za del­la mul­ti­na­zio­na­le di Ivrea con la Stet. Macom e Modin­form sono due frut­ti dell’ accor­do rag­giun­to a dicem­bre con la Att. Fra le varie clau­so­le era anche pre­vi­sto l’ acqui­sto, da par­te del socio ame­ri­ca­no, di per­so­nal com­pu­ter Oli­vet­ti per un valo­re di due­cen­to­cin­quan­ta milio­ni di dol­la­ri. La com­mes­sa ver­rà rin­no­va­ta nei pros­si­mi anni e quin­di il grup­po ita­lia­no si sta attrez­zan­do per sod­di­sfar­la. Le due uni­tà che ver­ran­no dislo­ca­te a Mar­cia­ni­se si occu­pe­ran­no del­la fab­bri­ca­zio­ne di tastie­re per i com­pu­ter e di ali­men­ta­to­ri. Attual­men­te le pro­du­zio­ni sono con­cen­tra­te negli impian­ti di Scar­ma­gno, una loca­li­tà nei pres­si di Ivrea. Il tra­sfe­ri­men­to non com­por­te­rà ridu­zio­ni di per­so­na­le. Anzi i respon­sa­bi­li del­la Oli­vet­ti ten­go­no a sot­to­li­nea­re il fat­to che, negli sta­bi­li­men­ti del nord, l’ occu­pa­zio­ne rico­min­cia a sali­re tan­to che a mar­zo il nume­ro dei dipen­den­ti in pro­du­zio­ne cre­sce­rà di alme­no nove­cen­to uni­tà, di cui cin­que­cen­to richia­ma­ti dal­la cas­sa inte­gra­zio­ne e quat­tro­cen­to rac­col­ti sul mer­ca­to del lavo­ro. Le due ini­zia­ti­ve nel Mez­zo­gior­no sono sta­te illu­stra­te ieri da Gior­gio Panat­to­ni, diret­to­re del­la pia­ni­fi­ca­zio­ne stra­te­gi­ca del grup­po e da Etto­re Morez­zi, respon­sa­bi­le del­le con­so­cia­te ita­lia­ne. “Le nuo­ve atti­vi­tà — han­no spie­ga­to — sono il logi­co svi­lup­po di un costan­te impe­gno dell’ azien­da nel Mez­zo­gior­no. Nel 1955 la Oli­vet­ti aprì a Poz­zuo­li uno sta­bi­li­men­to di mec­ca­ni­ca di pre­ci­sio­ne. Nel 1970 creò il com­pren­so­rio indu­stria­le di Mar­cia­ni­se con pro­du­zio­ni di mec­ca­ni­ca stru­men­ta­le. Nel 1980 ricon­ver­tì l’ atti­vi­tà di Poz­zuo­li impian­tan­do­vi la fab­bri­ca­zio­ne di mac­chi­ne per scri­ve­re elet­tro­ni­che e regi­stra­to­ri di cas­sa fisca­li. Con le ulti­me due ini­zia­ti­ve vie­ne avvia­ta la ricon­ver­sio­ne anche del com­pren­so­rio di Marcianise”. 

L’ inve­sti­men­to pre­vi­sto si aggi­ra fra i 30 e i 40 miliar­di e cia­scu­na socie­tà pro­dur­rà ogni anno da tre­cen­to a quat­tro­cen­to pez­zi desti­na­ti, ini­zial­men­te a sod­di­sfa­re la doman­da inter­na del­lo stes­so grup­po Oli­vet­ti. In un secon­do momen­to è pre­vi­sta la ven­di­ta sul mer­ca­to. “Nel set­to­re del­le tastie­re — ha det­to Panat­to­ni — sare­mo costret­ti a misu­rar­ci con la con­cor­ren­za giap­po­ne­se men­tre, per gli ali­men­ta­to­ri, lot­te­re­mo con­tro tut­ti gli altri pro­dut­to­ri di com­pu­ter, com­pre­sa l’ Ibm”. I quat­tro­cen­to ope­rai che saran­no impie­ga­ti da Macom e Modin­form non baste­ran­no, tut­ta­via, a risol­ve­re i pro­ble­mi del­la Ocn di Mar­cia­ni­se. L’ azien­da, attual­men­te, occu­pa nove­cen­to­cin­quan­ta per­so­ne, quat­tro­cen­to del­le qua­li in cas­sa inte­gra­zio­ne. La mano­do­pe­ra è desti­na­ta a ridur­si anco­ra in futuro. 

Secon­do Panat­to­ni l’ azien­da può rag­giun­ge­re accet­ta­bi­li livel­li di pro­dut­ti­vi­tà solo con tre­cen­to o quat­tro­cen­to per­so­ne. “In real­tà — han­no spie­ga­to ieri gli uomi­ni del­la Oli­vet­ti — il pro­ble­ma può tro­va­re solu­zio­ne solo in un rias­set­to com­ples­si­vo del set­to­re dell’ auto­ma­zio­ne indu­stria­le. In que­sta otti­ca, si inqua­dra­no i nostri con­tat­ti con la Stet per cer­ca­re comu­ni momen­ti di inte­sa”. La fir­ma dell’ allean­za Stet-Ibm non ha dimi­nui­to l’ inte­res­se per la for­ma­zio­ne di un car­tel­lo tut­to ita­lia­no. I pun­ti di con­tat­to ven­go­no ricer­ca­ti, oltre che nell’ auto­ma­zio­ne indu­stria­le, anche nel cam­po del­le reti di tele­co­mu­ni­ca­zio­ne ad alto valo­re aggiun­to, del­la tele­ma­ti­ca e del­la com­po­nen­ti­sti­ca elet­tro­ni­ca. Ma quan­do ver­ran­no fir­ma­ti gli accor­di? “A fine anno — ha rispo­sto Panat­to­ni con una bat­tu­ta -. Ma non chie­de­te­mi di quale”.

di NINO SUNSERI

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