Il 14 marzo del 1879 nella cittadina tedesca di Ulma nasceva Albert Einstein. Citando il documentario di Rai Storia, “Einstein parla italiano”. Sono ormai noti i suoi rapporti con l’Italia: qui passò circa sei mesi durante la sua adolescenza per poi essere inviato nel 1921 a Bologna e poi a Padova.
A Bologna fu chiamato, per tenere una serie di lezioni sulla teoria della relatività, da Federigo Enriques che cercò di convincerlo a trasferirsi in Italia. Il 12 novembre del 1921, Einstein scriveva da Leida alla moglie:
“Parlare a Bologna e Padova è stato arduo, ma i contatti umani sono stati molto piacevoli, specialmente con Enriques. Mi hanno offerto una posizione a Bologna, peccato che non si possa essere ovunque allo stesso tempo! Incidentalmente, se non ci fossero dei dubbi di natura pratica, cambierei immediatamente Berlino con Bologna, senza batter ciglio.”
Ma già dal 1915 iniziò una fitta corrispondenza con il matematico Tullio Levi Civita, studente e discepolo di Gregorio Ricci Curbastro, che aveva trovato un errore nella prima stesura della teoria della relatività. In una lettera di risposta, nel marzo del 1915, scrisse:
“Caro collega,
Ho appena ricevuto la tua lettera del 23 marzo scritta nel tanto familiare italiano, di cui sono stato privato per molto tempo. Difficilmente puoi immaginare che piacere sia stato per ricevere una lettera in questa lingua così genuina. Mentre la leggo rivivo i ricordi della mia giovinezza.
Fai anche una cosa molto affascinante: mi lusinghi in modo molto cortese per impedirmi di fare un’espressione cupa dopo aver letto le tue nuove obiezioni.”
In foto Albert Einstein a colloquio con Federigo Enriques a Bologna nel 1921.