Debbo dare una testimonianza che riguarda tutta la popolazione di Ivrea ed i 40 sindaci del Canavese, a cui mando il mio affettuoso saluto. Nel 48 io ero un ragazzaccio, avevo incontrato Adriano a casa di Gino Levi, il fratello medico di Natalia Ginzburg, era presente anche Gigino Martìnoli, va detto che Lui mi aveva fatto un’offerta che non si poteva rifiutare, da sembrare quasi mafiosa, e volevo capire come mai, mentre egli aveva scritto nel 44 dalla Svizzera l’Ordine politico delle Comunità, la Olivetti non era stata devastata come la Fiat per esempio.
Non c’erano i nazisti? “Si c’erano, c’erano, risponde Adriano. Son venuti anche da noi. Il povero Jervis venne fucilato davanti alla fabbrica”. Per dare, beninteso, il buon esempio, meglio, a fini pedagogici. I tedeschi, nazisti. Come mai? E questa è la testimonianza che mi fece e che credo non abbia trovato posto nei libri, per ora. C’erano in fabbrica, pronte per il mercato, quasi 5.000 macchine per scrivere. I tedeschi arrivavano con l’idea di rapinare tutto quello che era possibile rapinare.
La fabbrica diede queste 5.000 macchine alla popolazione di Ivrea. Anonimamente. La popolazione nascose in casa tutte queste macchine. Finita la guerra le restituisce tutte integre alla Ditta. Mi spiega Olivetti che proprio per questo atto meraviglioso della popolazione eporediese la Olivetti riesce a battere la Adler, la Remington in America, la Oimpia, e su scala europea e poi su quella mondiale, è in grado di essere la prima fabbrica al mondo di macchine per scrivere.
Questa veramente è una testimonianza che faccio con grande commozione, anche perché ricordo la povertà degli eporediesi, i 40 sindaci che non riuscivano a far quadrare i bilanci, e che hanno restituito tutto questo tesoro alla loro fabbrica, perché si curasse. Lui aveva capito anche, non era un sogno ma un progetto razionale, il potenziale sviluppo dell’elettronica applicata. A Borgo Lombardo aveva già messo in piedi, a capo l’Ing. italo cinese Mario Tchou a cui va il mio affettuoso ricordo, una sorta di laboratorio pionieristico con il figlio Roberto. Morto Lui, sul cadavere ancora caldo discesero gli avvoltoi, che cercavano gli investimenti fatti in quella direzione. Ho l’impressione, per i miei lunghi viaggi e ricerche in America, che vi sia stato un preciso veto politico accettato dalla nostra parte politica, così come ha accennato il Prof. Sapelli per quanto riguarda Felice Ippolito circa il nucleare, credo che siamo di fronte ad un dirottamento di fondi verso una enorme speculazione finanziaria. Olivetti era contro in maniera biblica ad ogni speculazione finanziaria che fa soldi con i soldi, sfruttando la congiuntura di alti e bassi, sulla pelle delle persone. Era contro quel tipo di capitalismo. Mi diceva – questa è una sua testimonianza – il capitalismo ha vinto il socialismo dopo 50 anni di guerra fredda, ricordiamolo, ma il capitalismo va salvato dai cattivi capitalisti.