“Rifiutai un’offerta del giovane Steve Jobs, se avessi accettato oggi sarei trilionario”. Lo ha rivelato in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ l’imprenditore Carlo De Bendetti. “Era il 1978 – ha affermato – arrivo al centro ricerche Olivetti. Elserino Piol mi propone di visitare un garage dove due capelloni con i jeans sdruciti stanno lavorando a un minicomputer: erano Jobs e Wozniak. Jobs mi propone di prendere il 20% della loro azienda, per 20 milioni di dollari”PioDe Benedetti nel garage di Steve Jobs: “Piol, ma dove m’hai portato?”
In realtà, l’ingegnere che ha 90 anni, ricorda una cifra esagerata. Nello specifico, sarebbe stato Wozniak a proporre all’imprenditore torinese di acquistare il 20% della Apple per “appena” 200 mila dollari (che cinquant’anni fa erano comunque una cifra importante). A procurare l’appuntamento un ingegnere veneto dalle capacità “rabdomantiche” nel mondo delle telecomunicazioni. Elserino Piol, pioniere dei computer in Olivetti.
Tanto per avere un’idea dell’entità dell’affare mancato, si pensi che oggi il valore del 20% della Apple dovrebbe aggirarsi intorno ai 100 miliardi di dollari. Un rimpianto che l’imprenditore italo-svizzero ha ricordato anche in un’intervista a Radio 24, tanto da avere definito la decisione di allora il più grande errore della sua vita. : “Ripensandoci mi viene voglia di spararmi tutte le mattine, quando mi faccio la barba. assolutamente vero, ho conosciuto Steve Jobs e Wozniak, erano lì che smanettavano sulle piastre elettroniche“, aveva confidato a Giovanni Minoli.
A 90 anni l’ingegnere ricorda la cantonata
Giusto per capire l’entità dell’affare mancato, si pensi che oggi il valore del 20% della Mela Morsicata dovrebbe aggirarsi intorno ai 100 miliardi di dollari. Non è finita qui. Intorno alla metà degli anni ’90, si sfiorò un accordo tra le due aziende, che avrebbe visto la seconda – tramite una sua controllata, la Power Computing – iniziare a produrre “cloni” Mac. Tuttavia, il ritorno di Steve Jobs impedì l’attuarsi del “matrimonio” tra i due colossi nel campo della tecnologia. Stavolta era stato Steve Jobs, forse memore del no di De Benedetti di vent’anni prima, a dire no al sodalizio.
Il fiuto per gli affari di De Benedetti va di pari passo con quello sulla politica. Aveva puntato forte su Elly Schlein e si è visto come è andata a finire, con la segretaria dem che non ne azzecca una. La tessera numero uno del Pd secondo le ultime indiscrezioni di Open, ha attuato negli ultimi tempi una serie di investimenti fallimentari. Ultimo in ordine di tempo il quotidiano Il Domani, che finisce in rosso sistematicamente. Rosso (ideologico) che ha contraddistinto la carriera dell’Ingegnere.