Le vicende dell’elettronica e dell’informatica da Adriano a Roberto Olivetti

(…) La cono­scen­za sicu­ra, istan­ta­nea e pra­ti­ca­men­te illi­mi­ta­ta dei dati, l’immediata ela­bo­ra­zio­ne degli stes­si, la veri­fi­ca del­le più varie e com­ples­se ipo­te­si, con­sen­to­no oggi di rag­giun­ge­re obiet­ti­vi teo­ri­ci e pra­ti­ci che fino a ieri sareb­be sta­to assur­do pro­por­si, e di diri­ge­re e reg­ge­re con visio­ne net­ta le atti­vi­tà più diverse.
In que­sto sen­so la crea­zio­ne del cal­co­la­to­re Elea, e la sua pro­du­zio­ne rea­liz­za­ta indu­strial­men­te dal­la nostra Socie­tà nel­la sezio­ne di Bor­go­lom­bar­do, alla peri­fe­ria di que­sta metro­po­li, ci sem­bra pos­sa­no reca­re un con­tri­bu­to rea­le non sol­tan­to allo svi­lup­po del pae­se, ma al suo imman­ca­bi­le pro­gres­so socia­le e uma­no. Per que­sto ho osa­to affer­ma­re in prin­ci­pio che la data odier­na si rive­ste di un par­ti­co­la­re signi­fi­ca­to. Con la rea­liz­za­zio­ne dell’Elea, la nostra Socie­tà non esten­de sem­pli­ce­men­te la sua tra­di­zio­na­le pro­du­zio­ne a un nuo­vo set­to­re di vastis­si­me pos­si­bi­li­tà, ma toc­ca una meta in cui diret­ta­men­te si inve­ra quel­lo che pen­so sia l’inalienabile, più alto fine che un’industria deve por­si di ope­ra­re, cioè, non sol­tan­to per l’affermazione dle pro­prio nome e del pro­prio lavo­ro, ma per il pro­gres­so comu­ne — eco­no­mi­co, socia­le, eti­co — del­la inte­ra col­let­ti­vi­tà. E’ qua­si natu­ra­le con­se­guen­za di tale con­vin­ci­men­to la deci­sio­ne di por­re que­sto pri­mo cen­tro di cal­co­lo elet­tro­ni­co a com­ple­ta dispo­si­zio­ne degli isti­tu­ti uni­ver­si­ta­ri che vor­ran­no ser­vir­se­ne ai fini di ricer­ca e spe­ri­men­ta­zio­ne. Ed è con par­ti­co­la­re pia­ce­re che pos­sia­mo annun­cia­re che già il Poli­tec­ni­co di Mila­no ha ade­ri­to all’invito. La solen­ni­tà del­la gior­na­ta odier­na coro­na lo sfor­zo di quan­ti nei nostri uffi­ci, stu­di e nel­le nostre offi­ci­ne han­no con­tri­bui­to, in un cli­ma di intel­li­gen­te e con­cor­de ope­ro­si­tà, alla rea­liz­za­zio­ne di que­sta mac­chi­na: una mac­chi­na sep­pu­re tan­to diver­sa dal­le altre che la nostra indu­stria ha pro­dot­to nel­la sua semi­se­co­la­re esi­sten­za, è come quel­le crea­te dall’uomo per ser­vi­re l’uomo, per libe­rar­lo, col frut­to del­la sua stes­sa fati­ca, dall’antica fati­ca di alcu­ne più dure e iner­ti pro­ve, per dar­gli altro can­to d’affermare la sua voca­zio­ne di costrut­to­re: per susci­ta­re infi­ne — con stru­men­ti e obiet­ti­vi nuo­vi — nuo­ve, più degne e sug­ge­sti­ve pos­si­bi­li­tà di lavo­ro. Dob­bia­mo ora pro­se­gui­re su que­sto cam­mi­no, non age­vo­le — cer­to — ma che si illu­mi­na in una pro­spet­ti­va gran­dio­sa, impe­gnan­do­ci su un più vasto fron­te mora­le e mate­ria­le, in una più vasta inte­gra­li­tà di moti­va­zio­ne e di intenti. (…)

Trat­to dal discor­so di Adria­no Oli­vet­ti pro­nun­cia­to l’8 novem­bre 1959 in occa­sio­ne del­la pre­sen­ta­zio­ne del cal­co­la­to­re Oli­vet­ti Elea 9003, in Il mon­do che nasce, Edi­zio­ni di Comu­ni­tà, 2013

 

 

Nor­ma­liz­za­re l’innovazione. Le vicen­de dell’elettronica e dell’informatica da Adria­no a Rober­to Oli­vet­ti è il tito­lo del set­ti­mo capi­to­lo del volu­me “Il regno di Pro­teo. Inge­gne­ria e scien­ze uma­ne nel per­cor­so di Adria­no Oli­vet­ti” di Giu­lia­na Gemel­li, novi­tà 2014 del­la casa edi­tri­ce Bono­nia Uni­ver­si­ty Press.

Il volu­me con­tie­ne una rac­col­ta di sag­gi dedi­ca­ta a per­cor­si che, intrec­cian­do­si col cam­mi­no di Adria­no Oli­vet­ti, han­no crea­to can­tie­ri di ricer­ca e di inno­va­zio­ne in diver­si con­te­sti isti­tu­zio­na­li, ine­ren­ti l’impresa, le uni­ver­si­tà, i Poli­tec­ni­ci, la socie­tà civile.

Ci è par­so così neces­sa­rio chie­de­re all’autrice, che peral­tro sie­de nel Comi­ta­to Diret­ti­vo del nostro Cen­tro Stu­di dal 1998, l’autorizzazione a pub­bli­ca­re que­sto estrat­to nel­la nostra Col­la­na Intan­gi­bi­li, per met­te­re a dispo­si­zio­ne, di quan­ti vor­ran­no appro­fon­di­re, uno stru­men­to ini­zia­le per com­pren­de­re meglio una fase del­la sto­ria indu­stria­le del Nove­cen­to, anco­ra mol­to discussa.

La mor­te di Adria­no Oli­vet­ti nel 1960 ha deter­mi­na­to gra­vi riper­cus­sio­ni nel­la gestio­ne dell’azienda. Dopo i con­si­sten­ti inve­sti­men­ti del­la Oli­vet­ti nel­le ricer­che sull’elettronica con i labo­ra­to­ri di Pisa e Bor­go­lom­bar­do, il 1960 segna una pro­fon­da tra­sfor­ma­zio­ne che nei decen­ni suc­ces­si ha por­ta­to l’azienda a oscil­la­re tra straor­di­na­rie oppor­tu­ni­tà e occa­sio­ni mancate.

In que­sto volu­me si riper­cor­re il deli­ca­to pas­sag­gio dal­la mec­ca­ni­ca all’elettronica anche attra­ver­so le memo­rie e i docu­men­ti lascia­ti da Rober­to Oli­vet­ti e con­ser­va­ti negli archi­vi del­la Fon­da­zio­ne Adria­no Oli­vet­ti, che sor­pren­den­te­men­te rive­la­no i pro­dro­mi dell’attuale Socie­tà dell’Informazione.

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