Era in difficoltà nel 1976 la OCN di San Bernardo di Ivrea, così come le attività produttive degli stabilimenti di Pozzuoli e Marcianise, da qui l’idea di sottoscrivere un accorso di programma di circa 1450 miliari di lire di cui il 75% a fondo perduto.
Cosi nel 1977 inizia il trasferimento delle attività meccaniche della OCN da San Bernardo a Marcianise (Caserta), la società occupa più di mille persone e ha installato sul mercato oltre 10.000 macchine.
Lo sviluppo tecnologico del gruppo OCN/OSAI non si arresta: la gamma dei prodotti offerti continua ad ampliarsi soprattutto verso soluzioni avanzate di “automazione flessibile”. La varietà delle lavorazioni consentite dai robot e dalla macchine a controllo numerico, opportunamente collegate tra loro, crea le condizioni per una completa automazione della fabbrica, con il risultato di ridurre il fabbisogno di manodopera e facilitare l’adeguamento della produzione alle variazioni quantitative e qualitative della domanda. Queste finalità sono ben presenti nel progetto dei numerosi nuovi modelli delle linee Horizon e Auctor e dei robot Sigma presentati da OCN e OSAI nella prima metà degli anni ’80.
Ristrutturazioni societarie che non arrestano il declino di OCN
Nell’aprile 1982 l’Olivetti annuncia un importante accordo con l’americanaAllen-Bradley che acquisisce il 32% del capitale di OSAI, fino ad allora controllata al 100% da OCN; nasce così la joint-venture OSAI-AB. Nello stesso anno viene costituita nel campo dei torni a controllo numerico la Esercizio Pietro Pontiggia — PPL; nel 1983 nasce in ambito OCN la società OCN Sistemi, con il compito di reperire presso i costruttori ed in particolare presso le altre società del Gruppo la componentistica di base, progettare e realizzare le personalizzazioni necessarie per fornire grandi sistemi di lavorazione e montaggio integrato.
Questa vivace attività sul piano delle strutture societarie coincide però con serie difficoltà nel mercato della meccanica strumentale. Nei paesi occidentali, dove OCN è maggiormente presente, aumenta la concorrenza e soprattutto – in presenza di un generalizzato processo di deindustrializzazione – diminuisce la domanda di beni strumentali per la grande industria, ivi compresa la domanda delle società del Gruppo Olivetti.
Nonostante vari tentativi di riduzione dei costi e di riequilibrio economico, il bilancio di OCN a partire dal 1982 risulta sistematicamente negativo. Nel 1986 quasi tutte le attività di OCN, OCN Sistemi ed Esercizio Pietro Pontiggia-PPL vengono conferite a una nuova società, laOCN-PPL, che per quell’anno denuncia un fatturato prossimo ai 150 miliardi di lire, ma con un conto economico ancora negativo.
L’anno seguente il fatturato crolla sotto ai 100 miliardi e in presenza di pesanti perdite nel 1988 l’Olivetti decide di cedere la OCN-PPL alla Anfina, holding industriale operante nella meccanica strumentale, conservando ancora per qualche tempo una partecipazione minoritaria del 40%.
Di fatto si conclude così quella attività nel campo delle macchine utensili, fortemente voluta dal fondatore Camillo Olivetti, che era iniziata nel 1926 con la creazione della OMO. Ma l’idea di progettare le macchine necessarie per produrre i prodotti finali non scompare del tutto dal mondo Olivetti, come testimonia negli anni ’90 e 2000 l’impegno della Olivetti i‑Jet per progettare (anche se non per produrre) molti dei complessi macchinari necessari alla produzione delle testine di stampa inkjet.