Poche righe su Adriano Olivetti il figlio Roberto e Bruno Visentini

Anni del­la mia entra­ta in azien­da: Tem­pi duri per Ivrea

 

Adria­no Oli­vet­ti lo pos­sia­mo defi­ni­re un impren­di­to­re visio­na­rio, noto per aver tra­sfor­ma­to l’O­li­vet­ti, anche gra­zie ad un regi­me autar­chi­co che pri­meg­gia­va negli anni tren­ta del seco­lo scor­so, da una pic­co­la fab­bri­ca di mac­chi­ne da scri­ve­re in una del­le più impor­tan­ti azien­de tec­no­lo­gi­che ita­lia­ne, con una for­te atten­zio­ne ai valo­ri socia­li e alla qua­li­tà del­la vita dei lavo­ra­to­ri a col­la­bo­ra­le con lui c’era  Bru­no Visen­ti­ni: Un ban­chie­re e uomo d’af­fa­ri che, dopo la mor­te di Adria­no Oli­vet­ti, diven­ne pre­si­den­te dell’azienda.

La rela­zio­ne tra Bru­no Visen­ti­ni e Adria­no Oli­vet­ti, pur essen­do sta­ta cru­cia­le per la sto­ria del­l’O­li­vet­ti, è sta­ta anche ogget­to di nume­ro­se inter­pre­ta­zio­ni e con­tro­ver­sie, in par­ti­co­la­re riguar­do a pos­si­bi­li con­flit­ti di inte­res­se. Le prin­ci­pa­li accu­se di con­flit­to di inte­res­se rivol­te a Bru­no Visen­ti­ni riguar­da­no prin­ci­pal­men­te even­ti avve­nu­ti dopo il 1960 quan­do alla mor­te di Adria­no l’azienda si tro­vo in una cri­si finanzia. 

Fu chia­ma­to “Grup­po di Inter­ven­to” l’insieme degli impren­di­to­ri e finan­zie­ri che inter­ven­ne­ro per sal­va­re l’azienda tra que­sti ave­va acqui­si­to un’in­fluen­za signi­fi­ca­ti­va nel­l’O­li­vet­ti la FIAT dopo la mor­te di Adria­no. Le deci­sio­ni pre­se da Visen­ti­ni era­no spes­so in linea con gli inte­res­si di que­sto grup­po, por­tan­do alcu­ni a sospet­ta­re che egli agis­se più come rap­pre­sen­tan­te degli azio­ni­sti ester­ni che come difen­so­re degli idea­li di Oli­vet­ti. Sot­to la gui­da di Visen­ti­ni, l’O­li­vet­ti intra­pre­se una serie di ope­ra­zio­ni finan­zia­rie com­ples­se che, secon­do alcu­ni cri­ti­ci, avreb­be­ro mes­so a repen­ta­glio la sta­bi­li­tà del­l’a­zien­da e allon­ta­na­to l’O­li­vet­ti dai suoi valo­ri fon­dan­ti. : Una del­le deci­sio­ni più con­tro­ver­se pre­se da Visen­ti­ni fu quel­la di non aumen­ta­re il capi­ta­le socia­le del­l’O­li­vet­ti per diver­si anni. Que­sta scel­ta, moti­va­ta dal­la volon­tà di man­te­ne­re il con­trol­lo del­la fami­glia Oli­vet­ti, limi­tò gli inve­sti­men­ti neces­sa­ri per far fron­te alla cre­scen­te com­pe­ti­zio­ne nel set­to­re tec­no­lo­gi­co e con­tri­buì all’in­de­bi­ta­men­to dell’azienda.

Le inter­pre­ta­zio­ni su que­sti pre­sun­ti con­flit­ti di inte­res­se sono mol­te­pli­ci e spes­so con­tra­stan­ti: Alcu­ni cri­ti­ci vedo­no in Visen­ti­ni un tra­di­to­re degli idea­li di Adria­no Oli­vet­ti, un uomo che ha sacri­fi­ca­to la visio­na­rie­tà del­l’a­zien­da in nome del pro­fit­to e del pote­re. Altri sosten­go­no che Visen­ti­ni si sia tro­va­to a gesti­re una situa­zio­ne com­ples­sa e che le sue deci­sio­ni, pur non sem­pre popo­la­ri, fos­se­ro det­ta­te dal­la neces­si­tà di garan­ti­re la soprav­vi­ven­za del­l’a­zien­da in un con­te­sto eco­no­mi­co difficile.

La que­stio­ne dei con­flit­ti di inte­res­se lega­ti alla figu­ra di Bru­no Visen­ti­ni è anco­ra oggi ogget­to di dibat­ti­to. È cer­to che la sua gestio­ne del­l’O­li­vet­ti ha segna­to una svol­ta rispet­to all’e­ra di Adria­no Oli­vet­ti, e che mol­te del­le deci­sio­ni pre­se han­no avu­to un impat­to signi­fi­ca­ti­vo sul futu­ro. Ad esse­re pena­liz­za­to di più fu Rober­to Olivetti.

Il rap­por­to tra Bru­no Visen­ti­ni e Rober­to Oli­vet­ti, figlio di Adria­no Oli­vet­ti, rap­pre­sen­ta un momen­to cru­cia­le nel­la sto­ria del­l’a­zien­da di Ivrea. Dopo la tra­gi­ca scom­par­sa di Adria­no Oli­vet­ti, il timo­ne del­l’a­zien­da pas­sò a figu­re che, pur lega­te alla fami­glia Oli­vet­ti, por­ta­va­no con sé visio­ni e approc­ci dif­fe­ren­ti. Rober­to Oli­vet­ti, pur non aven­do la stes­sa cari­sma e visio­ne del padre, era con­si­de­ra­to l’e­re­de natu­ra­le del­l’im­pe­ro indu­stria­le. Ave­va una pro­fon­da cono­scen­za del­l’a­zien­da e un lega­me affet­ti­vo con il pro­get­to pater­no. Tut­ta­via, si tro­vò a dover affron­ta­re sfi­de enor­mi, tra cui la cre­scen­te com­pe­ti­ti­vi­tà del mer­ca­to e la neces­si­tà di moder­niz­za­re l’a­zien­da. L’in­gres­so di Bru­no Visen­ti­ni,  Il rap­por­to tra Rober­to Oli­vet­ti e Bru­no Visen­ti­ni fu fin da subi­to carat­te­riz­za­to da una cer­ta ten­sio­ne. Rober­to, lega­to alla tra­di­zio­ne fami­lia­re e alle visio­ni del padre, vede­va con pre­oc­cu­pa­zio­ne le scel­te stra­te­gi­che di Visen­ti­ni, Men­tre Rober­to era più orien­ta­to a man­te­ne­re il set­to­re nascen­te del­l’e­let­tro­ni­ca, la fiat ed quel­li del grup­po vede­va­no il set­to­re come set­to­re di per­di­ta finan­zia­ria e vol­le­re disfar­si apren­do le por­te allaa Gene­ral Elec­tic. Men­sta Val­let­ta diret­to­re Fiat spe­ci­fi­ca­va che l’e­let­trn­ca non era il busi­ness core del­la Oli­vet­ti.  Per loro era pre­va­len­te  una gestio­ne più rigo­ro­sa e orien­ta­ta al profitto.

 

La diver­sa visio­ne dei due uomi­ni riflet­te­va anche un con­flit­to gene­ra­zio­na­le: Rober­to era lega­to al pas­sa­to, men­tre Visen­ti­ni rap­pre­sen­ta­va il futu­ro e le nuo­ve esi­gen­ze del mercato.

Alla fine le con­se­guen­ze furo­no che Rober­to Oli­vet­ti deci­se di lascia­re l’a­zien­da, segnan­do la fine di un’era.

Con l’u­sci­ta di Rober­to Oli­vet­ti, l’O­li­vet­ti intra­pre­se una stra­da diver­sa, sem­pre più orien­ta­ta alla finan­za e meno atten­ta agli aspet­ti socia­li e cul­tu­ra­li: Mol­ti dipen­den­ti e osser­va­to­ri ester­ni sen­ti­ro­no la per­di­ta del­l’a­ni­ma del­l’O­li­vet­ti, un’a­zien­da che era sta­ta mol­to più di una sem­pli­ce fabbrica.

Anche se tra le mae­stran­ze c’è una avver­si­tà per il finan­zie­re Car­lo De Bene­det­ti La figu­ra di Bru­no Visen­ti­ni è anco­ra oggi poco nota. . Da un lato, è rico­no­sciu­to il suo ruo­lo nel sal­va­re l’a­zien­da da una cri­si finan­zia­ria. Dal­l’al­tro, è cri­ti­ca­to per aver allon­ta­na­to l’O­li­vet­ti dai suoi valo­ri fondanti.

 

Mane­ro e IA