San Leucio settecentesca e Ivrea del novecento due industrializzazioni a confronto, due utopie.

 

I pro­ta­go­ni­sti sono un re ed un impren­di­to­re illu­mi­na­to il pri­mo Fer­di­nan­do IV di Bor­bo­ne, re di Napo­li e Sici­lia.   Una figu­ra sto­ri­ca com­ples­sa e con­tro­ver­sa, spes­so al cen­tro di dibat­ti­ti e inter­pre­ta­zio­ni dif­fe­ren­ti. Il suo lun­go regno, uno dei più dura­tu­ri del­la sto­ria, è sta­to carat­te­riz­za­to da even­ti tumul­tuo­si e da deci­sio­ni poli­ti­che che han­no pro­fon­da­men­te segna­to il desti­no del Regno del­le Due Sici­lie. È famo­so nel cine­ma, ha inte­res­sa­to mol­ti regi­sti ed è sta­to ana­liz­za­to in chia­ve comi­ca ed a vol­te diver­ten­te. Era un sovra­no popo­la­re mai Inde­ci­so cono­sciu­to come “Re Laz­za­ro­ne” per la sua fami­lia­ri­tà con il popo­lo napo­le­ta­no e il suo dia­let­to, Fer­di­nan­do gode­va di una cer­ta popo­la­ri­tà. Pur­trop­po que­sta imma­gi­ne popo­la­re cela­va un sovra­no spes­so inde­ci­so e influen­za­bi­le dai suoi con­si­glie­ri. La sua for­ma­zio­ne non fu par­ti­co­lar­men­te appro­fon­di­ta, e ciò si riflet­te­va nel­le sue deci­sio­ni poli­ti­che, spes­so impul­si­ve e poco lun­gi­mi­ran­ti. Pur essen­do ama­to dal popo­lo, Fer­di­nan­do non riu­scì a instau­ra­re un rap­por­to sta­bi­le e costrut­ti­vo con le éli­tes napo­le­ta­ne, né a moder­niz­za­re il regno. Il suo regno fu pro­fon­da­men­te segna­to dagli even­ti del­la Rivo­lu­zio­ne fran­ce­se e dal­le suc­ces­si­ve guer­re napo­leo­ni­che. Napo­li fu occu­pa­ta dal­le trup­pe fran­ce­si e Fer­di­nan­do dovet­te rifu­giar­si in Sici­lia. Con la cadu­ta di Napo­leo­ne, Fer­di­nan­do tor­nò a Napo­li e restau­rò l’as­so­lu­ti­smo, repri­men­do dura­men­te ogni ten­ta­ti­vo di rivolta.

Adria­no Oli­vet­ti è sta­to una figu­ra di spic­co del Nove­cen­to ita­lia­no, un impren­di­to­re, inge­gne­re, poli­ti­co, edi­to­re e intel­let­tua­le che ha lascia­to un’im­pron­ta inde­le­bi­le nel pano­ra­ma indu­stria­le e socia­le del nostro Pae­se. Noto soprat­tut­to per aver gui­da­to l’a­zien­da di fami­glia, la Oli­vet­ti, tra­sfor­man­do­la in una del­le più impor­tan­ti indu­strie di mac­chi­ne per scri­ve­re al mon­do. Fu pro­prio lui a lan­cia­re la pri­ma mac­chi­na da scri­ve­re por­ta­ti­le, la MP1, nel 1932.  Oli­vet­ti non era inte­res­sa­to solo al pro­fit­to, ma anche a crea­re un ambien­te di lavo­ro posi­ti­vo e sti­mo­lan­te per i suoi dipen­den­ti. La sua visio­ne era quel­la di un’in­du­stria al ser­vi­zio del­l’uo­mo e del­la socie­tà. Fon­dò il Movi­men­to Comu­ni­tà, un’e­spe­rien­za poli­ti­ca e cul­tu­ra­le che mira­va a crea­re una socie­tà più giu­sta e equa, basa­ta sul­la par­te­ci­pa­zio­ne e sul­la col­la­bo­ra­zio­ne. Si impe­gnò atti­va­men­te in poli­ti­ca, soste­nen­do idee inno­va­ti­ve e pro­muo­ven­do pro­get­ti di svi­lup­po loca­le. Creò le Edi­zio­ni di Comu­ni­tà, una casa edi­tri­ce che pub­bli­cò ope­re di impor­tan­ti auto­ri ita­lia­ni e stra­nie­ri, con­tri­buen­do a dif­fon­de­re la cul­tu­ra e il pen­sie­ro cri­ti­co. Oli­vet­ti tra­sfor­mò la sua cit­tà nata­le, Ivrea, in un esem­pio di urba­ni­sti­ca moder­na e soste­ni­bi­le. Rea­liz­zò edi­fi­ci, spa­zi pub­bli­ci e ser­vi­zi inno­va­ti­vi, crean­do un ambien­te di vita di alta qua­li­tà.  È con­si­de­ra­to uno dei più gran­di impren­di­to­ri ita­lia­ni del Nove­cen­to. La sua visio­ne di un’in­du­stria al ser­vi­zio del­l’uo­mo e del­la socie­tà, il suo impe­gno civi­le e cul­tu­ra­le, e la sua atten­zio­ne all’am­bien­te e alla qua­li­tà del­la vita lo ren­do­no un model­lo anco­ra oggi attua­le e ispiratore.

L’u­to­pia, inte­sa come la rap­pre­sen­ta­zio­ne di una socie­tà idea­le, è un con­cet­to che ha affa­sci­na­to l’u­ma­ni­tà da seco­li. Nel con­te­sto ita­lia­no, due figu­re emble­ma­ti­che, sep­pur distan­ti nel tem­po, han­no lascia­to un’im­pron­ta inde­le­bi­le nel ten­ta­ti­vo di rea­liz­za­re una socie­tà più giu­sta ed equa: Adria­no Oli­vet­ti e Fer­di­nan­do IV di Bor­bo­ne, con il suo Sta­tu­to di San Leu­cio. Oli­vet­ti ha con­ce­pi­to l’a­zien­da non solo come un luo­go di pro­du­zio­ne, ma come un’en­ti­tà socia­le in gra­do di pro­muo­ve­re il benes­se­re dei lavo­ra­to­ri e del­la comu­ni­tà. La sua uto­pia si basa­va su, cre­de­va in una fab­bri­ca che fos­se un luo­go di cre­sci­ta per­so­na­le e socia­le, dove gli ope­rai potes­se­ro svi­lup­pa­re le pro­prie capa­ci­tà e par­te­ci­pa­re atti­va­men­te alle deci­sio­ni azien­da­li, ante­po­ne­va l’in­te­res­se del­la comu­ni­tà al pro­fit­to, inve­sten­do in pro­get­ti cul­tu­ra­li, edu­ca­ti­vi e urba­ni­sti­ci. Vede­va nel­la tec­no­lo­gia uno stru­men­to per miglio­ra­re la vita del­le per­so­ne, non un mez­zo per sfrut­tar­le. Lo Sta­tu­to di San Leu­cio, ema­na­to da Fer­di­nan­do IV di Bor­bo­ne alla fine del Set­te­cen­to, rap­pre­sen­ta­va un ten­ta­ti­vo di crea­re una comu­ni­tà idea­le basa­ta su prin­ci­pi di giu­sti­zia socia­le e pro­gres­so. Le sue carat­te­ri­sti­che prin­ci­pa­li era­no: San Leu­cio era con­ce­pi­ta come un’u­ni­tà pro­dut­ti­va in gra­do di sod­di­sfa­re i pro­pri biso­gni, gra­zie all’a­gri­col­tu­ra, all’ar­ti­gia­na­to e alla pro­du­zio­ne tes­si­le. Lo Sta­tu­to pre­ve­de­va la crea­zio­ne di scuo­le per i lavo­ra­to­ri e le loro fami­glie, pro­muo­ven­do così la dif­fu­sio­ne del­la cul­tu­ra e del sape­re. La comu­ni­tà dispo­ne­va di un siste­ma sani­ta­rio per garan­ti­re cure medi­che ai suoi abi­tan­ti. Nono­stan­te le dif­fe­ren­ze tem­po­ra­li e con­te­stua­li, le uto­pie di Oli­vet­ti e di Fer­di­nan­do IV pre­sen­ta­no alcu­ne affi­ni­tà: Sia Oli­vet­ti che Fer­di­nan­do IV pone­va­no al cen­tro del­le loro rifles­sio­ni la digni­tà e il benes­se­re del­l’uo­mo, cre­de­va­no nel­l’im­por­tan­za di fon­da­re comu­ni­tà dove il lavo­ro fos­se inte­gra­to con gli altri aspet­ti del­la vita. Sia lo Sta­tu­to di San Leu­cio che l’e­spe­rien­za oli­vet­tia­na sot­to­li­nea­va­no il ruo­lo fon­da­men­ta­le del­l’i­stru­zio­ne nel­la cre­sci­ta indi­vi­dua­le e collettiva.

Comun­que tra le due uto­pie ci sono anche del­le dif­fe­ren­ze Oli­vet­ti ope­ra­va in un con­te­sto indu­stria­le e tec­no­lo­gi­co mol­to più avan­za­to rispet­to a quel­lo del Set­te­cen­to. Lo Sta­tu­to di San Leu­cio riguar­da­va una comu­ni­tà rela­ti­va­men­te pic­co­la, men­tre l’u­to­pia di Oli­vet­ti ambi­va a tra­sfor­ma­re un’in­te­ra azien­da e, in pro­spet­ti­va, la socie­tà nel suo com­ples­so. Oli­vet­ti dispo­ne­va di mag­gio­ri risor­se eco­no­mi­che e di una rete di rela­zio­ni più vasta rispet­to a Fer­di­nan­do IV.

In sin­te­si si può dire che le uto­pie di Adria­no Oli­vet­ti e del­lo Sta­tu­to di San Leu­cio, pur con le loro spe­ci­fi­ci­tà, rap­pre­sen­ta­no due ten­ta­ti­vi di costrui­re una socie­tà più giu­sta ed equa. Entram­be le espe­rien­ze ci invi­ta­no a riflet­te­re sul ruo­lo del­le impre­se, del­le isti­tu­zio­ni e degli indi­vi­dui nel­la costru­zio­ne di un futu­ro migliore.

 

Incon­tri impossibili

Fac­cia a fac­cia tra Fer­di­nan­do IV ed adria­no Olivetti

 

Mode­ra­to­re : Ben­ve­nu­ti a que­sto incon­tro straor­di­na­rio. Oggi abbia­mo l’o­no­re di ospi­ta­re due visio­na­ri che, pur appar­te­nen­do a epo­che diver­se, han­no con­di­vi­so un sogno: costrui­re un mon­do miglio­re. Da una par­te, Fer­di­nan­do IV di Bor­bo­ne, sovra­no illu­mi­na­to del Regno di Napo­li, e dal­l’al­tra, Adria­no Oli­vet­ti, impren­di­to­re e poli­ti­co ita­lia­no del Novecento.

 

Fer­di­nan­do IV: Sono lati­fon­di­sti, signo­ri! Ma la ter­ra deve frut­ta­re per tut­ti, non solo per pochi. Ecco per­ché ho fon­da­to Fer­di­nan­do­po­li, una cit­tà dove agri­col­tu­ra e mani­fat­tu­ra si intrec­cia­no, e dove i miei sud­di­ti pos­so­no vive­re dignitosamente.

 

Adria­no Oli­vet­ti: Sua Mae­stà, le sue idee sono ammi­re­vo­li. Anche io ho cer­ca­to di crea­re un’im­pre­sa che fos­se più di una fab­bri­ca: un luo­go dove le per­so­ne potes­se­ro espri­me­re il loro poten­zia­le e con­tri­bui­re alla cre­sci­ta del­la comunità.

 

Mode­ra­to­re: Due pro­get­ti ambi­zio­si, ma basa­ti su pre­mes­se diver­se. Fer­di­nan­do IV, lei pun­ta­va su una rifor­ma dal­l’al­to, men­tre Oli­vet­ti ha cer­ca­to di coin­vol­ge­re i lavo­ra­to­ri in un pro­get­to comune.

 

Fer­di­nan­do IV: Un re illu­mi­na­to deve gui­da­re il suo popo­lo ver­so il pro­gres­so. Ma sono con­vin­to che la feli­ci­tà dei miei sud­di­ti dipen­da anche dal­la loro capa­ci­tà di lavo­ra­re e produrre.

 

Adria­no Oli­vet­ti: Con­cor­do, ma il lavo­ro deve esse­re digni­to­so e gra­ti­fi­can­te. Ho sem­pre cre­du­to che l’uo­mo non sia solo un ingra­nag­gio di una mac­chi­na, ma un indi­vi­duo con biso­gni e aspirazioni.

 

Mode­ra­to­re: Oli­vet­ti, lei ha par­la­to di comu­ni­tà. In che modo que­sto con­cet­to si inse­ri­sce nel suo pro­get­to industriale?

 

Adria­no Oli­vet­ti: La fab­bri­ca non è solo un luo­go di pro­du­zio­ne, ma un luo­go di vita. Ho cer­ca­to di crea­re un’at­mo­sfe­ra di col­la­bo­ra­zio­ne e di soli­da­rie­tà tra i lavo­ra­to­ri, e di coin­vol­ger­li nel­le deci­sio­ni che li riguardavano.

 

Fer­di­nan­do IV: Un’i­dea inte­res­san­te, ma non sem­pre faci­le da attua­re. Un re deve pren­de­re deci­sio­ni dif­fi­ci­li, e non sem­pre può con­sul­ta­re tut­ti i suoi sudditi.

 

Mode­ra­to­re: Fer­di­nan­do IV, lei ha par­la­to di Fer­di­nan­do­po­li come di una cit­tà idea­le. Qua­li era­no i prin­ci­pi che gui­da­va­no la sua progettazione?

 

Fer­di­nan­do IV: Desi­de­ra­vo crea­re una cit­tà armo­nio­sa, dove la natu­ra e l’ar­chi­tet­tu­ra si inte­gras­se­ro per­fet­ta­men­te. Una cit­tà dove i miei sud­di­ti potes­se­ro vive­re in salu­te e prosperità.

 

Adria­no Oli­vet­ti: Anche io ho cer­ca­to di crea­re cit­tà più uma­ne, dove l’in­du­stria si inte­gras­se nel tes­su­to urba­no. Ma il mio approc­cio è sta­to diver­so: ho pun­ta­to sul­la par­te­ci­pa­zio­ne dei cit­ta­di­ni e sul­la valo­riz­za­zio­ne del patri­mo­nio culturale.

 

Mode­ra­to­re: A distan­za di seco­li, i vostri idea­li sem­bra­no anco­ra attua­li. Qua­li sono le prin­ci­pa­li sfi­de che secon­do voi affron­ta­no le socie­tà contemporanee?

 

Fer­di­na­no IV: Cre­do che la sfi­da più gran­de sia quel­la di con­ci­lia­re lo svi­lup­po eco­no­mi­co con la giu­sti­zia socia­le. Un re sag­gio deve sem­pre tene­re a men­te il bene comune.

 

Adria­no Oli­vet­ti: Con­cor­do. Oggi, la sfi­da è quel­la di costrui­re un’e­co­no­mia che sia al ser­vi­zio del­l’uo­mo e non vice­ver­sa. Un’e­co­no­mia che crei lavo­ro e benes­se­re per tut­ti, e che rispet­ti l’ambiente.

 

Mode­ra­to­re: Un dibat­ti­to sti­mo­lan­te che ci mostra come, nono­stan­te le dif­fe­ren­ze sto­ri­che e cul­tu­ra­li, i gran­di visio­na­ri con­di­vi­do­no spes­so gli stes­si ideali.

 

Que­sto è solo un esem­pio di come potreb­be svol­ger­si un dibat­ti­to tra i due per­so­nag­gi. Ovvia­men­te, le rispo­ste potreb­be­ro esse­re amplia­te e appro­fon­di­te, e il tono del dia­lo­go potreb­be esse­re adat­ta­to a secon­da del con­te­sto e degli obiet­ti­vi che si voglio­no raggiungere.

Influen­za sul­la sto­ria: Si potreb­be ana­liz­za­re l’im­pat­to che le idee di Fer­di­nan­do IV e Adria­no Oli­vet­ti han­no avu­to sul­la sto­ria, sia a livel­lo loca­le che nazionale.

Attua­li­tà dei loro idea­li: Si potreb­be discu­te­re su quan­to le idee dei due per­so­nag­gi sia­no anco­ra attua­li e rile­van­ti per le sfi­de che affron­tia­mo oggi.

Spe­ro che que­sto ti sia d’a­iu­to! Fam­mi sape­re se vuoi appro­fon­di­re qual­che aspet­to in particolare.